Molti studi dimostrano come la curiosità alimenti comportamenti di apprendimento attivo.
Porre domande, esplorare, andare alla scoperta di una costante chiave per “provare” quello che ci circonda è non “un” atteggiamento, ma l’atteggiamento che ogni datore di lavoro desidera e premia quando lo riscontra in un membro della sua squadra.
Viviamo in una cultura di apprendimento sempre più alla ricerca di resilienza, coinvolgimento, innovazione e adattabilità. In questo dove trova spazio la curiosità?
Il rapporto tra curiosità e apprendimento ha origini storiche, trova le sue radici nella filosofia, passando per la psicologia comportamentale fino ad arrivare alle neuroscienze dei nostri giorni.
Curiosare significa fare autonomamente, imparare da sé, migliorare le proprie capacità di apprendimento e creare una sorta di positiva “dipendenza” alle soluzioni. Più curiosiamo, più riceveremo risposte e più avremo voglia di cercarle.
Per ogni manager, allora, diviene fondamentale incrementare le occasioni che stimolino nei loro collaboratori voglia ed entusiasmo per nuovi scenari di conoscenza, andando alla ricerca di strumenti ed idee innovative che accompagnino le persone nella crescita di una nuova skill capace di poter fare la differenza nel proprio assetto organizzativo.